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Settimanali diocesani, un ponte con il carcere

(da Avvenire) Educare gli studenti alla legalità mettendoli a contatto con l'esperienza di vita dei detenuti. È la scommessa che si propone la società civile e che viene rilanciata dalla rete dei giornali delle carceri marchigiane, che sono per lo più animate dalla redazioni dei periodici comunitari. Un esempio a Pesaro, con 'Il Nuovo Amico', che ospita mensilmente l'inserto 'Penna Libera Tutti' realizzato con settimanali visite ai detenuti da parte del caporedattore Roberto Mazzoli. Una copia dell'inserto è stata recentemente consegnata personalmente da un detenuto, Boris, a Papa Francesco.

Anche il vicino carcere di Fossombrone ha il suo inserto, 'Il mondo a quadretti' anche questo in uscita con Il Nuovo Amico, che per l'occasione porta a 6500 copie la tradizionale tiratura di 6000. Anche il carcere di Ancona, Montacuto, con l'altra struttura di fine detenzione Barcaglione, ha il suo foglio, 'Fuori Riga' gestito da Laura Mandolini, caporedattore di 'La Voce Misena', periodico seni- galliese. La giornalista Teresa Valiani cura 'Io e Caino' con i detenuti del supercarcere di Marino del Tronto. Esperienza virtuosa anche 'L'altra Chiave news' giornale risultato di una bella sinergia anche istituzionale a Fermo: la sua riedizione, con la collaborazione dell'amministrazione comunale, è arrivata al nono numero, curata da Angelica Malvatani. «Non è un un risultato scontato», osserva il prefetto Mara Di Lullo, che ne sottolinea l'alto valore etico, sia per i detenuti sia per la società civile, in particolare per gli studenti. Il sindaco Paolo Calcinaro racconta di essere entrato in carcere per un'intervista, e di esserne uscito con una visione ribaltata del suo modo di vivere la realtà carceraria, finora vissuta da avvocato, «come un luogo di lavoro».

Un ruolo importante lo hanno giocato proprio i sindaci dell'Ambito XIX, che hanno permesso al giornale di esistere in attesa delle risorse regionali, che quest'anno sono state stanziate. Il giornale dei detenuti si affianca ad altre iniziative, come l'inserimento dei carcerati nei lavori socialmente utili, che li fanno diventare un riferimento per i residenti.

L'esperienza porta ad affermare che questi progetti riescono laddove ci sono direzioni carcerarie che dimostrano maggiore apertura: così è a Fermo, con Eleonora Consoli, la direttrice: «Il piccolo carcere di Fermo – spiega – con questo giornale si è mostrato in qualcosa di diverso, facendo capire quello che si fa, nonostante i tanti problemi. Ci siamo riusciti, grazie a un buon team di lavoro». Bello, in particolare, vedere come cambia l'approccio degli studenti: chi rappresenta l'esperienza con un disegno, chi con una parola, chi con una foto. È un aspetto colto dal Garante regionale dei detenuti, Andrea Nobili: «Questo progetto unisce passione e capacità. E devo dire che non sono molte le regioni che riescono a portare al tavolo nazionale progetti positivi come questo, che riempiono di contenuto l'articolo 27, che parla di pena non solo come condanna, ma come risocializzazione. Nelle Marche non solo esistono singole esperienze, ma da alcuni anni anche un coordinamento regionale dei giornali dei detenuti, che poche regioni possono in questo momento vantare».